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RedReading #13
UN GIORNO BIANCO_dove il noi dimora in me
dal libro Ho costruito una casa da giardiniere di Gilles Clément (ed. Quodlibet)
un programma di e con Tamara Bartolini, Michele Baronio
drammaturgia Tamara Bartolini
musiche e canzoni Michele Baronio e Sebastiano Forte
suono Michele Boreggi
identità visiva Margherita Masè
con la partecipazione di Leonardo Delogu DOM- e altri ospiti
orari spettacolo
ore 21.30
biglietti
posto unico 5€
produzione Bartolini/Baronio | 369gradi
con il sostegno di Carrozzerie | n.o.t.
RedReading è un incontro tra il teatro e la potenza di un libro. Incontro con la narrazione orale, con quelle storie che sono nate da una comunità, e che proprio attraverso il teatro, a quella comunità, ritornano. È una traduzione sentimentale e intima dell’esperienza che ha significato per noi la lettura di quel libro, con i suoi contenuti, forme e linguaggio. Attraverso una costruzione drammaturgica e sonora il testo scelto viene suonato, raccontato, fatto diventare dialogo attraverso le incursioni degli ospiti che intervengono sugli argomenti che questo tratta e sulle suggestioni che crea.
RedReading è un progetto ideato da Bartolini/Baronio che procede per cicli ed episodi. I RedReading hanno abitato teatri, festival, cortili, chiostri, biblioteche, piazze e tanto altro.
Con il RedReading#13 UN GIORNO BIANCO, Bartolini/Baronio si domanda dove stiamo andando, cosa stiamo lasciando, come vivere tra le rovine, e cos’è casa. Quali sono i residui che compongono la nostra possibilità di un Terzo Paesaggio, dove sono i luoghi marginali di cui riappropriarci perché diventino spazi di resistenza, pratiche di cambiamento, dov’è la memoria delle cose, l’io che diventa noi, i territori, la comunità, la terra su cui camminare, da nutrire, tutelare. E allora scopriamo quanto ci sia bisogno di cura e di fare cose difficili – come scrive Gianni Rodari: guardare, ascoltare, avere pazienza.
L’invito è di immergersi nel tempo dell’edificazione della casa ideale, insieme a Clèment e agli ospiti, proprio per curarne le rovine: “Il mio progetto non era quello di costruire una casa con un giardino intorno. Era semmai il contrario: volevo abitare in un giardino”. Come si impara allora a salutare ciò che abbiamo intorno, a seminare, a far tesoro di tutto, delle persone, degli animali, delle piante? È un giorno bianco e possiamo ricominciare dalla prima pietra, come dire la luna, inoltrandoci con cura da giardinieri in questo Mondo-giardino che ha origini più lontane delle nostre e così cercare, cercare e cercare ancora, e ancora seminare bellezza.
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