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di Roberto Andò e Moni Ovadia
da William Shakespeare
regia Roberto Andò e Moni Ovadia
con Moni Ovadia e Shel Shapiro
e con Ruggero Cara, Lee Colbert
Roman Siwulak, Maxim Shamkov, Federica Vincenti
e Moni Ovadia Stage Orchestra: Luca Garlaschelli (contrabbasso), Massimo Marcer (tromba), Albert Mihai (fisarmonica), Vincenzo Pasquariello (pianoforte), Paolo Rocca(clarinetto)
scene Gianni Carluccio
luci Gigi Saccomandi
costumi Elisa Savi
suono Mauro Pagiaro
regista assistente Gabriele Tesauri
Nuova Scena - Arena del Sole - Teatro Stabile di Bologna
Emilia Romagna Teatro Fondazione - Teatro Stabile Pubblico Regionale in collaborazione con Estate Teatrale Veronese
orari spettacolo
ore 21.00
giovedì e domenica ore 17.00
Dopo Le storie del signor Keuner di Brecht - anch'esso prodotto da Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna e Emilia Romagna Teatro Fondazione - Roberto Andò e Moni Ovadia tornano a collaborare per un nuovo spettacolo scritto e diretto a quattro mani, ispirato al Mercante di Venezia di Shakespeare, che si inserisce nel solco di quel teatro musicale su cui Moni Ovadia ha da sempre incentrato la propria ricerca espressiva, fondendo l'esperienza di attore e di musicista.
In scena, nel ruolo di Shylock, un interprete di eccezione: Shel Shapiro. Pioniere della musica rock in Europa e uno dei padri della canzone italiana a partire dagli anni Sessanta, il mitico leader dei The Rokes, ha proseguito la sua carriera come autore arrangiatore e produttore per approdare negli ultimi anni sulle scene teatrali con il recital Sarà una bella società su testi di Edmondo Berselli.
Un luogo imprecisato, a metà tra un ospedale e un mattatoio, in un futuro che è già cominciato. Un enigmatico mercante, del cui patrimonio non si conosce l'origine, e un regista ebreo, da anni inattivo, vi si incontrano per discutere di un progetto che li legherebbe, una messinscena del Mercante di Venezia. In comune hanno un'ossessione, Shylock, uno dei grandi personaggi shakespeariani. Mentre scorrono le visioni e gli esilaranti paradossi del Mercante di Venezia immaginato dal regista con una strana compagnia tragicomica, si delinea una partita sottile e inquietante in cui a essere in gioco è la stessa possibilità di tenere in vita il teatro come baluardo contro l'impostura e l'odio, fragile talismano della più grandiosa invenzione, quella dell'identità.
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