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Note sull'autore
Martin Crimp è uno dei più interessanti drammaturghi inglesi emersi negli anni 80. La sua opera è caratterizzata dalla visione della società contemporanea come un luogo di decadimento morale, compromesso e violenza a malapena trattenuta. E' anche un autore che ha radici sia nella tradizione teatrale inglese che europea. Nato nel 1956 nel Kent, si è laureato nel 78 a Cambridge dove ha visto la luce la sua prima opera teatrale Clang, ispirata a Beckett e Ionesco. Nel 1980 comincia a lavorare all'Orange Tree Theatre dove va in scena la sua prima opera teatrale Living Remains (1982), una pièce beckettiana incentrata su una donna intrappolata in una cella. Nel 1988 divenne sceneggiatore per Thames TV e dopo che nel 1990 il Royal Court Theatre mise in scena No One Sees the Videos si consolidò come drammaturgo emergente del nuovo teatro britannico influenzando autori come Sarah Kane. Dalla metà degli anni 90 la sua reputazione è cresciuta sia in Gran Bretagna che all'estero, specialmente in Europa. Vive a Londra con la moglie e tre figlie. Martin Crimp è uno scrittore di prima classe che riassume in sè il meglio della tradizione modernista inglese, la precisione linguistica di Beckett, la minaccia verbale di Pinter e l'uso ardito della forma della Churchill e si confronta con la tradizione europea del surrealismo, dell'assurdo e del post-strutturalismo. Il risultato è una specie di crimpland, un luogo dove le preoccupazioni dell'uomo comune della classe media, dal comprare o vendere casa al trasferirsi in campagna nasconde a malapena un mondo di paure nascoste, sentimenti crudeli e desideri malvagi. Partendo da situazioni quotidiane Crimp al suo meglio riesce a dipingere un quadro di desolazione spirituale. La sua scrittura è sottile, incerta, evasiva, umorale ed evocativa. I desideri e i bisogni umani covano sotto la superficie della vita quotidiana minando i programmi più riusciti e trasformando la sicurezza in panico. Con grande controllo e intelligenza teatrale Crimp offre una visione critica del declino morale e sociale della società postmoderna che è geniale e convincente.
Martin Crimp a buon diritto entra nel gotha degli autori contemporanei grazie ad alcuni testi particolarmente significativi che ben delineano alcuni temi cari al contemporaneo.
Si rintraccia infatti nei contenuti dei suoi testi lo smarrimento, la perdità d'identità dell'individuo contemporaneo nonché la difficoltà ad attenersi a certi valori e a certe regole che non sono più supportate dalla società, ossia in ogni manifestazione dell'agire umano si rintracciano una perdita di morale, di religione, spesso di senso.
Il linguaggio che Martin Crimp sceglie è quello più legato alla realtà cercando di rintracciare la poesia in un linguaggio aulico e retorico e lo fa non senza utilizzare la feroce arma dell'ironia cara a una certa drammaturgia inglese come Beckett o lo stesso Pinter.
Shakespeare utilizzava le mode e i gusti del momento per attrarre il pubblico e invitarlo a riflettere su determinate questioni legate a logiche di potere o a vizi della società di quell'epoca. Allo stesso modo Martin Crimp si appropria del contemporaneo per trasmetterci l'aspra considerazione sui rapporti umani, sul potere, sul sesso, e lo fa scegliendo ora la forma della soap-opera ora scegliendo un montaggio più vicino a un videoclip musicale che alla piece teatrale, tutto sempre sotto il filtro della corruzione e della malattia, dell'inadeguatezza della morbosità e di quanto generalmente viviamo e che spesso non ci stupisce più tanto è labile il confine tra la fiction e la realtà.
Nel 1990, Crimp inizia a collaborare stabilmente con il Royal Court Theatre di Londra. Tra tutti i testi , Attentati alla vita di lei, presentato al Royal Court Theatre Upstairs nel marzo 1997, è certamente quello più sperimentale dal punto di vista formale: è anche il lavoro dello scrittore più maturo, Martin Crimp, che ha quarantuno anni. È significativo comunque notare quante cose Crimp condivida con la generazione seguente: il piacere per la poesia del linguaggio, l'interesse per il tema della violenza, il radicale disprezzo per il capitalismo, il rifiuto di una società che tenta di trasformarci tutti in una massa indistinta di consumatori itineranti. Per gli altri scrittori il simbolo della società dei consumi è il cibo: per Crimp è il mondo dei viaggi ad aria condizionata. Da un punto di vista strutturale Crimp rischia molto di più degli altri. Non ci dà un testo ma "diciassette soggetti per il teatro". Questi soggetti ruotano tutti intorno a un personaggio assente via via chiamato Anne, Annie, Anya, o piccola Annuschka. Può essere una terrorista urbana, un corriere suicida, una scultrice d'avanguardia, una bambina morta e perfino un'automobile chiamata Anny. Vengono in mente numerosi paragoni. Con il Il tempo e la stanza di Botho Strauss, che utilizza anch'esso un'eroina dall'identità continuamente mutevole per esprimere la disperazione e il vuoto della società moderna. O anche con Un ispettore in casa Birling di Priestley, in cui una donna morta è il tramite per un attacco a sfondo etico contro la cultura materialista. Ma il maggior risultato di Crimp in questo testo straordinario è che riesce a offrirci una decostruzione del modello contemporaneo di dramma - è un lavoro senza trama, personaggi o dialoghi convenzionali - pur esprimendo allo stesso tempo un forte impegno morale. Per Crimp, che un tempo lavorava in un'agenzia di pubblicità, l'automobile diventa il simbolo del vuoto del capitalismo globale e "la Anny sfreccia all'alba attraverso villaggi nordafricani".
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