Il Teatro di Roma nasce come Teatro Stabile della Capitale nel 1964 sotto la direzione artistica di Vito Pandolfi, con una sede provvisoria al Teatro Valle.
Nel 1972, ripristinata la sede storica del Teatro Argentina, il nuovo direttore Franco Enriquez dà al Teatro Stabile il suo nome definitivo di Teatro di Roma. Enriquez incentiva i rapporti con la città e instaura collaborazioni con alcune ‘cantine’ romane inserendone gli spettacoli nel cartellone dello Stabile.
Luigi Squarzina vi approda nel 1976 e fa del Teatro il centro propulsore delle Estati Romane che trasformano la città in palcoscenico facendo tornare i cittadini nelle strade per partecipare a riti collettivi in anni di paura e di isolamento: è l’epoca del “Meraviglioso Urbano” e delle “Estati Romane” inventante dall’assessore Renato Nicolini.
Nel 1983 Maurizio Scaparro inizia il suo progetto che, attraverso un programma triennale dedicato all’Europa, all’Italia e a Roma, persegue, con questa ideale piramide rovesciata, un approfondimento del linguaggio teatrale di quegli anni.
Al Teatro di Roma dal 1991, Pietro Carriglio riprende alcuni temi che gli sono cari: la parola, la lingua poetica, a cominciare da Dante, e la tradizione, perché, come egli stesso dichiara, “un teatro senza una sua drammaturgia è un teatro morto”.
Luca Ronconi arriva al Teatro di Roma con tutta la forza del suo prestigio internazionale nel 1994, quando da poco il Teatro è entrato a far parte dell’Unione dei Teatri d’Europa. Proprio a Roma Ronconi dirige alcuni spettacoli che segnano altrettante tappe fondamentali della sua ricerca, fra i quali il celebre Pasticciaccio di Carlo Emilio Gadda.
Nel 1999 Mario Martone, nuovo direttore del Teatro di Roma, acquisisce il non tradizionale spazio del Teatro India potendo così ampliare e rinnovare la programmazione.
Dal 2002 il direttore è Giorgio Albertazzi e appartiene alla sua direzione, fra l’altro, la realizzazione del XIV Festival dell’Unione dei Teatri d’Europa.
Giovanna Marinelli giunge alla direzione del Teatro nel 2008, dopo aver ricoperto importanti incarichi nel mondo dello spettacolo e della cultura. Da sempre attenta ai linguaggi della scena contemporanea, Marinelli non tralascia di dare spazio all’esperienza formativa e creativa del teatro per i ragazzi, acquisendo e programmando i cosiddetti “Teatri di Cintura”.
Con Gabriele Lavia, direttore dal 2011, il Teatro di Roma raccogliere i fermenti più vivi del classico senza escludere alcune tra le novità più coerenti della scena italiana e straniera.
Da maggio 2014, Antonio Calbi, già direttore del Teatro Eliseo, eredita il timone del Teatro e disegna con rinnovato entusiasmo ed energia una nuova prospettiva, ripartendo da Roma e puntando alla rigenerazione del Teatro attraverso progetti e programmi produttivi, riaprendo il Teatro India e en entendant il Teatro Valle. In tal modo il Teatro della Capitale potrà ambire a divenire nei fatti il Teatro della Nazione.
Alla direzione di Antonio Calbi segue, nel 2019, quella di Giorgio Barberio Corsetti, poi divenuto consulente artistico dello Stabile Nazionale coadiuvato, fino al 31 dicembre 2021, dalla consulenza artistica di Francesca Corona per il Teatro India. Insieme sperimentano una progettazione duale finalizzata alla costruzione di inedite modalità di produzione artistica e di partecipazione dello spettatore, contaminando lo spazio scenico con dispositivi performativi d'avanguardia e intessendo nel tessuto urbano visioni, creazioni e linguaggi contemporanei per un teatro vivo, necessario, aperto e ancorato ai concetti di condivisione e scoperta.
Nel 2022 inizia un periodo di commissariamento, avviato nel novembre precedente con l’affidamento dell’incarico di commissario straordinario all’avvocato Gianluca Sole, che ha condotto l’Ente verso un nuovo assetto giuridico con specifico modello organizzativo, ponendo le basi per il risanamento della gestione e garantendo la continuità operativa e il rilancio dell’attività teatrale. Il mandato commissariale è stato poi conferito a Giovanna Marinelli, a cui è spettato il compito di rilanciare lo Stabile nazionale e completare il percorso di transizione dell’Ente fino alla ricostituzione degli organi della Fondazione.
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