documenti collegati
Teatro India - Mercoledì 5 settembre
19.00 / sala A bis / teatro / 40’
TEATRO SOTTERRANEO Homo ridens_Roma
creazione collettiva Teatro Sotterraneo
in scena Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri
scrittura Daniele Villa
consulenza costumi Laura Dondoli, Sofia Vannini
locandina Rojna Bagheri
grafica Marco Smacchia
produzione Teatro Sotterraneo
coproduzione Armunia, Centrale Fies
col sostegno di Comune di Firenze - Assessorato alla Cultura e alla Contemporaneità, Le Murate, Suc (Spazi Urbani Contemporanei)
in collaborazione con Santarcangelo 41
Teatro Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory
www.teatrosotterraneo.it
Homo ridens è una performance pensata come esperimento su campione, un test sul pubblico-cavia chiamato a reagire a determinati stimoli che attengono al riso e ai suoi meccanismi. Il progetto rivede e aggiorna i risultati delle proprie ricerche in ogni città e di conseguenza ne prende il nome. L’intento è quello d’indagare l’attitudine umana alla risata, misurandone i limiti e la complessità. Nel riso rinunciamo alla funzione vitale del respiro, nel riso è la parte aggressiva di noi che ci fa digrignare i denti, nel riso è l’intrattenimento del potere ma anche la rivolta popolare. Sappiamo che la coscienza di sé rende l’uomo consapevole della morte. Ma cosa c’è da ridere?
Teatro Sotterraneo è un collettivo di ricerca teatrale formatosi a Firenze nel 2004. Con lo spettacolo 11/10 in apnea entra a far parte della Generazione Premio Scenario 2005. Negli anni successivi il gruppo produce nell’ordine: Post-it (2007), La Cosa 1 (2008), il Dittico sulla specie composto da Dies irae _ 5 episodi intorno alla fine della specie (2009) e L’origine delle specie _ da Charles Darwin (2010), La Repubblica dei bambini (produzione per l'infanzia ) e Homo ridens (2011). Dal 2008 Teatro Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory curato da Centrale Fies. Nel biennio 2008-2009 è sostenuto dal progetto ETI “Nuove Creatività”. Nel 2009 riceve il Premio Lo Straniero e il Premio Ubu Speciale, nel 2010 il premio Hystrio-Castel dei Mondi, nel 2011 il Silver Laurel Wreath Award al Mess Festival di Sarajevo per Dies irae _ 5 episodi intorno alla fine della specie. Nel 2012 riceve l'Eolo Award come miglior novità per La Repubblica dei bambini oltre a First Prize e Act Prize al Be festival di Birmingham (UK) per Homo ridens. Nell’estate 2012 Teatro Sotterraneo si confronta con l'opera lirica curando la regia de Il Signor Bruschino di Gioachino Rossini per il Rossini Opera Festival.
Teatro India - Mercoledì 5 settembre
Nell’ambito di TransARTE
20.00 / sala B / teatro / 1h15’
PHILIPPE QUESNE / VIVARIUM STUDIO (FR) L’effet de Serge
Ideazione, direzione e scene Philippe Quesne
con Gaëtan Vourc’h, Isabelle Angotti, Rodolphe Auté, Cyril Gomez-Mathieu, e ospiti del luogo
musica di André Prévin, Gillian Hills, Howe Gelb, Sophia Loren, Wagner, John Cage,The Patriotic Sunday, Sparklehorse, Colleen, Antoine Duhamel, Willy Deville, Arnold Goland, Abbc, Vic Chesnutt, Led Zeppelin, José Feliciano
produzione Vivarium Studio
in coproduzione con Ménagerie de Verre – Paris
con il supporto di Forum scène conventionnée de Blanc-Mesnil, festival actOral montévidéo - Marsiglia
Debutto novembre 2007 presso la Ménagerie de Verre - Parigi
Vivarium Studio è finanziato dal DRAC Île-de-France (Ministero della Cultura Francese) e Conseil Régional Île-de-France.
La compagnia è sostenuta da Institut français – Ministères des Affaires étrangères et européennes per la tournée internazionale
www.vivariumstudio.net
Nel suo appartamento, un personaggio di nome Serge rappresenta ogni domenica ai suoi amici performance da 1 a 3 minuti con minimi effetti speciali. Scritto per l’attore Gaëtan Vourc’h, L’Effet de Serge si interroga sul solo come forma attraverso il sottile rapporto con la questione della performance. In questo nuovo lavoro, Philippe Quesne va avanti nel suo progetto di scrittura scenica che coinvolge arte, musica e sperimentazione.
Vivarium Studio è stato fondato dal regista francese Philippe Quesne nel 2003 come laboratorio di innovazione teatrale con il contributo di attori, artisti visivi, musicisti e un cane. Gli studi in arti visive, graphic design e scenografia (ha lavorato per l’opera, il teatro e per allestimenti di arte contemporanea per 10 anni) ha sicuramente influenzato l’impianto visivo delle 7 performance che ha concepito e diretto come Vivarium Studio negli ultimi 9 anni. Inoltre ha prodotto performance in spazi pubblici, installazioni nell’ambito di mostre d’arte contemporanea, e pubblicato quattro booklet.
Teatro India - Mercoledì 5 settembre
21.15 / foyer / performance / 20’ ca. In replica giovedì 6 – 23.00 – ingresso gratuito
FRANKO B (IT/UK) I’m thinking of you www.franko-b.com
I'm Thinking of You presenta un’immagine surreale, onirica. Una visione romantica della fantasia e dell’abbandono del mondo dell’infanzia. Centrale è il corpo, ma anche attraverso gli oggetti e la musica portiamo lo spettatore verso un’esperienza personale contemplativa. La prima ispirazione di I'm Thinking of You deriva da un oggetto dell’infanzia che Franko B ha trasformato in una scultura, modificato dagli adulti per un uso sicuro. L'idea era di consentire agli adulti di giocare, di dimenticare i loro problemi, di lasciarsi andare, o semplicemente di divertirsi - nello stesso modo in cui i bambini sono autorizzati a fare. Nel tempo, e con la collaborazione della compositrice Helen Ottaway, l'idea si è sviluppata e modificata, per cui Franko B ha utilizzato la performance e la musica per creare l’immagine desiderata.
“Sono essenzialmente un pittore che fa anche performance. Vengo dalla visual art e non dalla tradizione dello spettacolo dal vivo. Negli ultimi venti anni ho sviluppato forme di lavoro, in termini di strategia e contesto, usando la pittura, l’installazione, la scultura, la fotografia, il video e il suono’’. Franko B è nato a Milano e vive Londra. Le sue performance sono state rappresentate, tra l’altro, all’Institute of Contemporary Arts di Londra e alla Tate Modern. Ha esposto lavori a Zagabria, Città del Messico, Milano, Amsterdam, Anversa, Copenaghen, Madrid, Vienna, Bruxelles, Cork e Siena. Attualmente è docente di scultura presso l'Accedemia di Belle Arti di Macerata e tiene lezioni presso numerose scuole d'arte nel Mondo.
Teatro India - Mercoledì 5 settembre
Nell’ambito di TransARTE
22.00 / sala A / performance / 50’
JONATHAN CAPDEVIELLE (FR) Adishatz / Adieu
spettacolo in francese con sovratitoli in italiano
ideazione e interpretazione Jonathan Capdevielle
disegno luci Patrick Riou
direzione tecnica e suono Christophe Le Bris
collaborazione artistica Gisèle Vienne
sguardo esterno Mark Tompkins
assistenza al suono Peter Rehberg
assistente artistica per la tournée Jonathan Drillet
con la partecipazione di ECUME, ensemble corale dell’università di Montpellier – direzione musicale Sylvie Golgevit
con Paco Lefort, Jean-Luc Martineau, Tao Mezarguia, Kevin Thiolon, Benoit Vuillon.
ringraziamenti a Aurélien Richard, Mathieu Grenier, Jean-Louis Badet, e a Barbara Watson e Henry Pillsbury
con il supporto di DACM e l’équipe tecnica di Quartz, Scène Nationale de Brest
produzione e distribuzione Bureau Cassiopée
in coproduzione con Centre Chorégraphique National de Montpellier Languedoc Roussillon dans le cadre de domaines (FR), Centre Chorégraphique National de Franche-Comté à Belfort dans le cadre de l’accueil studio
(FR) et BIT Teatergarasjen, Bergen (NO).
con il sostegno di Centre National de la Danse per la concessione delle sale prove
www.bureaucassiopee.fr
Adishatz restituisce in modo molto particolare un fragile autoritratto. Costruito attraverso la tecnica dell'imitazione, spesso usata per intrattenere, Jonathan Capdevielle la devia con una forza di gran lunga più torbida, registrando il mondo che lo circonda e che lo costituisce. Attraverso le canzoni, probabilmente superficiali e molto note, emergono interrogativi molto più profondi e personali. Questo montaggio di canzoni e conversazioni evoca, come un diario, le radici, la tradizione, la famiglia, e anche quel miscuglio curioso che deriva dalla relazione tra la cultura locale ed internazionale.
Jonathan Capdevielle è nato nel 1976 a Tarbes in Francia e vive a Parigi. Dopo i suoi studi di teatro a Tarbes tra il 1993 ed il 1996, si iscrive alla Scuola superiore nazionale delle arti dei burattini. Ha partecipato a molte creazioni, tra cui: Personnage à réactiver, opera di Pierre Joseph (1994), Performance, con Claude Wampler (1999), Mickey la Torche, di Natacha de Pontcharra, traduzione di Taoufik Jebali, regia di Lotfi Achour, Tunis, (2000), Les Parieurs et Blonde Unfuckingbelievable Blond, regia di Marielle Pinsard (2002), Le Golem, regia di David Girondin Moab (2004), Le groupe St Augustin, Le Dispariteur, Monsieur Villovitch, Hamlet et Marseille Massacre (atelier di creazione radiofonica - France Culture), regia di Yves-Noël Genod (2004-2010). Collaboratore di Gisèle Vienne nei suoi primi allestimenti, è interprete in tutti i suoi spettacoli, in quelli realizzati da Étienne Bideau Rey e Gisèle Vienne: Splendid's di Jean Genet, Showroomdummies (creazione 2001 e riscrittura 2009) e Stéréotypie, ed in quelli con la regia di Gisèle Vienne I Apologize, Une belle enfant blonde / A young, beautiful blonde girl, Kindertotenlieder, Jerk, pièce radiofonica, Jerk solo per un marionettista, Éternelle idole e This is how you will disappear (creazione 2010). Gisèle Vienne, Dennis Cooper, Peter Rehberg e Jonathan Capdevielle hanno appena pubblicato un libro + CD: Jerk/ATTRAVERSO le LORO LACRIME a edizioni DISVOIR nella serie ZagZig in due edizioni, francesi ed inglesi. A settembre 2006, crea con Guillaume Marie We are accidents waiting to happen al Palais di Tokio. Nel 2007, crea la performance Jonathan Covering al festival Tanz im august a Berlino, punto di partenza per la creazione dello spettacolo Adishatz/Adieu (2009). Ad aprile 2010, è interprete dello spettacolo radiofonico di Yves-Noël Genod e Nathalie Quintane, Marseille massacre nell’ambito degli atelier di creazione radiofonica di France Culture. A novembre 2011 presenta Popydog, creato in collaborazione con Marlène Saldana al Centre National de la Danse – Pantin. Ad agosto 2012 prepara Spring Rolle un progetto per il festival des arts viva 22.00 / sala A / teatro-performance / 50’
Teatro India - Mercoledì 5 settembre
22.15 / esterno canneto / teatro / 1h In replica giovedì 6 - 22.45
TEATRI DI VITA L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi
uno spettacolo di Andrea Adriatico
di Copi
con Anna Amadori, Olga Durano, Eva Robin's; e Maurizio Patella, Saverio Peschechera, Alberto Sarti
cura Saverio Peschechera, Daniela Cotti
scenotecnica e luci Carlo Quartararo
costumi Valentina Sanna
scene e costumi Andrea Cinelli
organizzazione Monica Nicoli
grazie a Stefano Casi
www.teatridivita.it
In Cina! In Cina! In Cina! Sembrano lontane parenti delle tre sorelle di Cechov… Eppure sono tre decadenti e decadute gran signore (o signori?) autoesiliate in una Siberia da cui non riescono a uscire, assediate da lupi affamati… Sono Irina, la Madre e la signora Garbo, tutte in corsa verso qualcosa, in un caleidoscopico delirio camp. L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi è uno dei testi più travolgenti di Copi, che nelle vesti della signora Garbo l’ha portato in scena a Parigi nel 1971 con la regia di Jorge Lavelli. La commedia è un inesauribile accavallarsi di colpi di scena che ogni volta modifica completamente ogni riferimento, a cominciare da quello sessuale. E’ il trionfo del delirio transgender e psichedelico, che esplode in una graffiante comicità. Si ride di cose atroci, mentre il mondo alla deriva rappresentato in quella capanna nella steppa assomiglia sempre più al nostro mondo scardinato.
La strampalata storia di Irina e della Madre nella steppa, sempre in procinto di partire per un altrove che non esiste, mentre ricevono la visita di personaggi come loro senza un’identità e un sesso definitivi, è una vera cavalcata nella più sfrenata fantasia, che moltiplica la comicità di Copi per descrivere con il sorriso l’umanità lacerata dei nostri tempi. Un’umanità dove “la difficoltà di esprimersi” ha l’immagine atroce delle mutilazioni: fisiche, umane, sociali.
Andrea Adriatico è regista di teatro e cinema e direttore di Teatri di Vita a Bologna, che ha fondato nel 1991. In teatro ha imposto uno stile spregiudicato di fusione tra i generi, affrontando autori e tematiche complesse con un'ispirazione visiva e narrativa di taglio cinematografico. Tra gli autori messi in scena: Beckett, Koltès, Pasolini, Mishima, Cocteau, Copi e, da ultimo, Cormac McCarthy, di cui ha diretto nel 2010 la prima rappresentazione italiana di The Sunset Limited. Dal 2000 lavora anche nel cinema: i suoi film, tra cui Il vento, di sera (2004) e All'amore assente (2007), sono stati presentati nei maggiori festival internazionali, dalla Mostra del Cinema di Venezia al Festival di Berlino. Nel 2010 ha firmato con Giulio Maria Corbelli il documentario +o- il sesso confuso, racconti di mondi nell'era aids.
Teatro India - Mercoledì 5 settembre Nell’ambito di IYMT
23.00 / esterno bar / concerto-performance / 1h10’ – ingresso gratuito
Prima Nazionale
JOHN THE HOUSEBAND / ALMA SÖDERBERG (SWE) John Quixote
John the Houseband è formato da: Alma Söderberg (SWE), Dennis Deter (D), Melkorka Sigridur Magnusdottir (IS), Anja Müller (D), Hendrik Willekens (BE) e Roger Sala Reyner (ES).
Una produzione John the Houseband
con il supporto di Antic Teatre (Barcellona), Tanznacht Berlin, Nagib Festival, Opera Estate (Bassano del Grappa), Het Veem Theater (Amsterdam)
Ringraziamenti: Igor Dorbricic, Karin Parrot, Angela and Arnau, Para Sala
www.johnthehouseband.wordpress.com
Questa performance- concerto per Roma di John the Houseband, è una tappa del nostro tour in Europa. In quanto collettivo di coreografi, ballerini e musicisti il nostro è qualcosa di più di un concerto, John assembla coreografie, canzoni appositamente composte e cover. Tutto quello che facciamo si riferisce al posto in cui siamo in quel preciso momento. Nessun concerto sarà mai uguale ad un altro. Dopo un’ estate rovente in Spagna, Germania e Slovenia, John Quixote sta arrivando sulla tua strada.
John the Houseband è un progetto nato alla scuola di teatro di Amsterdam da un gruppo di ballerini e coreografi provenienti da Svezia, Islanda, Belgio, Spagna e Germania. Si muovono come un corpo modificabile, una band intesa come un progetto artistico. Una proiezione, una ricerca ed indagine sulla VITA: musica dal vivo, performance e diversi tipi di persone e personalità. A livello personale, i membri di John stanno lavorando con compagnie di danza come Damaged Goods/Meg Stuart, UltimaVez/WimVandekeybus e Nicole Beutler, NB projects, in tour con il network Aerowaves e indipendentemente con spettacoli propri collaborando con vari artisti in Europa. John the Houseband è formato da: Alma Söderberg (SE), Dennis Deter (D), Melkorka Sigridur Magnusdottir (IS), Anja Müller (D), Hendrik W.
Teatro India - Giovedì 6 settembre
19.30 / sala A / danza / 50’
AMBRA SENATORE E ANTONIO TAGLIARINI Bis
di e con Ambra Senatore e Antonio Tagliarini
musiche David Bowie, Domenico Scarlatti
luci Leonardo Bucalossi
un ringraziamento per la collaborazione a Filipe Viegas
produzione ALDES / PLANET 3
Un lavoro coreografico che partendo da gesti minimali e consueti costruisce una partitura precisa, tinta di non-sense e leggera ironia in un continuo gioco di costruzione e decostruzione, di ripetizioni e slittamenti. Il senso, appena comincia a manifestarsi, è poi volutamente abbandonato o sospeso, e più che nei particolari si evince dall’intero corpo del lavoro che approda ad una scena conclusiva più chiaramente descrittiva. La tensione umana verso la perfezione, la spinta alla costruzione di una solidità e al raggiungimento della felicità è continuamente frustrata dalla nostra stessa insoddisfazione.
Ambra Senatore
Performer e coreografa attiva tra Italia e Francia, dopo alcune esperienze di creazione collettiva, tra il 2004 e il 2008 è autrice di assoli che muovono dall’osservazione fisica di semplici eventi consueti giungendo alla scrittura di partiture di azioni che spostano il punto di vista sulla realtà con una vena umoristica e surreale. Dal 2009 crea spettacoli di gruppo in cui fonde dinamiche di movimento danzate con elementi teatrali e pennellate di gesti consueti, esplorando la costruzione di una drammaturgia che passa attraverso le azioni e la presenza dei corpi. Nel suo lavoro, spesso colorato di ironia, l’evocazione della realtà per frammenti si accompagna all’esplicita dichiarazione del gioco della finzione teatrale e all’interrogarsi continuo sulla natura della forma spettacolo. Ha lavorato tra gli altri con Giorgio Rossi, Jean Claude Gallotta, Georges Lavaudant (Teatro Odéon, Parigi), Marco Baliani, Antonio Tagliarini, Roberto Castello. Creazioni: A posto 2011, Passo 2010, Passo-duo 2009, L’ottavo giorno 2008, creato con
Antonio Tagliarini, Maglie 2008, Altro piccolo progetto domestico 2007, Informazioni utili 2006 –con testi originali di Andrea Bajani-, Merce 2005, EDA-solo 2004, e le performance istallazioni per spazi non teatrali Non so fare Maglie 2010 in collaborazione con IlariaTurba, Asta 2008 e Vetrina (serie di interventi) 2005/2007.
Antonio Tagliarini
Performer, autore e regista. Ultime creazioni: Trilogia sulla rappresentazione: Freezy (2003), titolo provvisorio:senza titolo (2005) e Show (2007), presentati in Italia, Slovenia, Germania, Spagna, Portogallo. L’ottavo giorno (2008/Festival Esterni), creato con Ambra Senatore. Rewind – omaggio a
Caffe Muller di Pina Bausch 2008 e From a to d and back again (2009) creato con Daria Deflorian. Royal Dance, creato con Idoia Zabaleta, (2010 - Italia, Spagna, Portogallo, Brasile). Antonio e Miguel, creato con Miguel Pereira ( 2010, Portogallo, Italia). Invitato come artista in vari progetti performativi internazionali: APAP 2007, “Sites of Immagination”2008 e “Pointe to Point” Asia-Europe Dance Forum 2009. Lavora e collabora con vari artisti tra cui: Massimiliano Civica, Fabrizio Arcuri, Idoia Zapaleta, Daria Deflorian, Ambra Senatore, Miguel Pereira, Raffaella Giordano, Giorgio Rossi.
Teatro India - Giovedì 6 settembre
20.30 / sala B / teatro / 1h25’ In replica venerdì 7 - 22.15
TEATRO DELLA TOSSE Generazioni componibili
di Alessandro Bergallo, Emanuele Conte e Andrea Pugliese
tratto da People from Ikea di Andrea Pugliese
con Alessandro Bergallo, video ideati e diretti da Andrea Linke
luci e colonna sonora a cura di Tiziano Scali
con la partecipazione in video di Silvia Bottini e Simonetta Guarino, Simona Fasano, Paola Lattanzi, Falou Niang, Andrea Possa, Alice Rota
www.teatrodellatosse.it
Emanuele Conte e Alessandro Bergallo propongono uno spettacolo onnivoro per temi, stili e forme. Dentro e fuori Ikea. Felicità, ansie, aspettative e incubi del contemporaneo.
“Un piccolo viaggio nella vita di qualcun altro” è questa, come dice Bergallo all’inizio dello spettacolo, l’idea di fondo di Generazioni Componibili. Uno spettacolo che riflette sul mondo di oggi e analizza il nostro quotidiano con ironia solo apparentemente leggera. Il colosso svedese è il simbolo della società globalizzata. Negozi, mobili, cibo, pubblicità e anche clientela sono uguali in ogni angolo del mondo. I punti vendita di Stoccolma sono identici a quelli di New York, Genova, Berlino, Rio, Seattle, Roma e Tokio, veri microcosmi che azzerano le differenze e possono essere utilizzati come osservatori sociali. Un enorme laboratorio in cui tutti noi prima o poi siamo entrati e forse siamo stati studiati come cavie consenzienti di un grande esperimento Una società omologante, che cerca di rendere tutto e tutti uguali ma che restituisce una generazione sempre più precaria in bilico tra il catalogo di quest’anno e di quello successivo.
Il Teatro della Tosse prende il nome dalla sua prima sede, un teatrino di poco più di cento posti in una vecchia strada di Genova che si chiama appunto Salita della Tosse. È stato fondato nel 1975 da personalità del teatro e della cultura – insieme agli ideatori Tonino Conte e Emanuele Luzzati, c’erano anche Aldo Trionfo, Rita Cirio, Giannino Galloni. Il primo spettacolo, Ubu Re di Alfred Jarry – messo in scena da Tonino Conte con le scene e i costumi di Emanuele Luzzati - fu un grande successo e diventò un po' il manifesto dei propositi artistici della compagnia che considera il Padre Ubu tra i suoi ispiratori, e lasciò traccia nel simbolo grafico del teatro. Dal 1987, grazie al Comune di Genova, il Teatro della Tosse, ha una sala a misura dei suoi compiti: il Teatro Sant’Agostino, e nel 1995 diventa Teatro Stabile Privato. Nel 1996 il Teatro della Tosse ha ricevuto il Premio Ubu per l’insieme della sua attività. Nel 2005, il trentesimo anno di attività è l’occasione per dare corso alla trasformazione in Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, riconosciuta dal Ministero dei Beni e Attività Culturali. Dalla stagione 2010-2011 Emanuele Conte è il direttore artistico del Teatro della Tosse.
Teatro India - Giovedì 6 settembre
22.30 / sala A bis / danza / 40’ In replica venerdì 7 - 19.30
KINKALERI Fake For Gun No You
All! – progetto produttivo 2012/2013
Progetto e realizzazione Kinkaleri
con Jacopo Jenna, Simona Rossi
produzione Kinkaleri, con il sostegno di Santarcangelo .12 .13 .14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza
www.kinkaleri.it
Fake For Gun No You è una tappa di All! il progetto di Kinkaleri per l'anno 2012/2013 riflette sulla figura di William Seward Burroughs senza essere uno spettacolo su W.S.B. ma uno spettacolo sulla coscienza del linguaggio, sul suo potere e sulla possibilità di rivolta che potrebbe animare un corpo dell'oggi immerso nell'ordine e nel controllo, un lavoro sullo spirito della libertà. Quello che vogliamo da W.S.B. è la sua spalla e la sua dinoccolata ma elegante verticalità. Una spalla su cui appoggiarci per lo slancio, un’altezza dove provare a respirare meglio. Oppure pensarlo come si pensa una medicina o uno sciamano con le sue azioni, le sue nenie propiziatorie e le pozioni. Torna ad esistere una necessità primaria in questa epoca, proprio per tutto quello che accade, che accade a noi ma anche al mondo intero, dove le differenze si assottigliano e il linguaggio diventa funzionale al dominio, al pubblico dominio. Nel crepuscolo di ogni senso tutto umano delle cose, abbiamo la necessità di sciogliere dei legami razionali per far diventare il linguaggio, il corpo e il linguaggio del corpo, una forma di libertà all’azione, all’atto, alla rivolta che per un attimo dimentichi la Storia e le sue conseguenze, sempre nefaste. Si tratta di tentare un linguaggio per tornare ad essere corpi politici e resistenti. Si tratta di seguire l’attitudine a rompere degli schemi di relazione, di comunicazione e di servitù alla scena come a qualunque linguaggio corrente. Si tratta di lotta, di strategia, di mancare quando si rischia, di fuggire perché necessario. Si tratta di dar voce all’esigenza di disorganizzare i corpi in movimento in un luogo che li contempli ma anche no, che al contrario li sciolga e disperda. In fondo è uno spettacolo su ciò che insegnava W.S.B. "essere liberi anche sotto tortura." All! prevede la creazione di performance indipendenti che condividono lo stesso spirito e la stessa volontà di azione ma non presuppongono un evento conclusivo; ed è per questo che ogni performance che compone il progetto è da considerarsi come un debutto, oppure come nessun debutto. Si tratta ogni volta di rispondere a delle necessità, di misurare delle attitudini, le nostre, o delle condizioni dinamiche dei corpi di danzatori o performer. Un battere il tempo con l’evento, dunque, come prima dimensione linguistica, con la costruzione di mondi parziali ma autonomi e autosufficienti. “Lo spettacolo è terminato. Il pubblico si alza dalle poltrone...E' ora di prendere i soprabiti e tornare a casa. Ma...fanno dietro front. Non ci sono più soprabiti, non c'è più casa." W.S.B.
Kinkaleri nasce nel 1995 come “raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo”. Opera fra sperimentazione teatrale, ricerca sul movimento, installazioni visive, materiali sonori e performance, cercando un linguaggio non sulla base di uno stile, ma direttamente nell’evidenza di un oggetto. Il gruppo è formato attualmente da Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco.
Teatro India - Giovedì 6 settembre
23.30 / esterno bar / concerto recitato / 45’ – ingresso gratuito
P.A.D. Pulp
attore-voce FabrizioParenti
basso, campionamenti Stefano Acunzo
batteria, percussioni Marco Della Rocca
“e me ne stavo lì a parlare con i morti”
Il romanzo, l’ultimo scritto da Bukowski quando già sapeva di essere malato, è un canto gioioso e stoico dedicato a vita e morte, che, in fondo, sono uguali nella loro insensatezza. Nick Belane, il detective più dritto di Los Angeles è un disperato, come chiunque sia nato e attenda di morire. Un torrente di ironia e divertimento che P.A.D. presenta in una delle tre parti in cui ha ridotto (!) il testo, con co-protagonisti del calibro di Celine e della Signora M…….(segue a India)
P.A.D.
FabrizioParenti: attore-voce; da anni sperimenta i percorsi della letteratura abbinata alla musica
Stefano Acunzo: musicista (basso, campionamenti) fondatore del gruppo Memoria Zero
Marco Della Rocca: musicista (batteria, percussioni) co-fondatore del gruppo Memoria Zero
Teatro India - Venerdì 7 settembre
Nell’ambito di Palco Ovest
20.30 / sala B / danza / 12’ – ingresso gratuito
Prima Nazionale
LUIS GUERRA (PT) 3 interlúdios e o galope do nariz
Di e con: Luis Guerra
Musica: brani estratti da “Il Naso” di Dmitri Shostakovich Dmitriyevich
Luce e suono: Zeca Iglesias
Produzione: Bomba Suicida
Bomba Suicida è una struttura sovvenzionata da DGARTES e partner delle strutture O Espaço do Tempo e AlkantaraFestival
www.bscultural.org
“[…] Khozrev-Mizra (dice a se stesso): Non riesco a vedere nulla. È incomprensibile per quale motivo un naso andrebbe a passeggio nel Giardino d’Estate. Che fenomeno insolito. Incredibile. Un trucco molto, molto strano della Natura. Un trucco estremamente strano della Natura.
Khozrev-Mizra (agli Eunuchi): Andiamo a casa”.
Luis Guerra è nato a Lisbona nel 1985. Come coreografo crea spettacoli dal 2005. Il suo lavoro è stato presentato in Portogallo, Germania, Francia, Brasile, Spagna e Ungheria. Come danzatore ha lavorato con Tânia Carvalho (PT), Bock& Vincenzi (UK), Emio Greco (NL), Marlene Freitas (EN), La Zouze / Haleb Christophe (FR), Rui Horta (PT), Paulo Ribeiro (PT), Ballet Gulbenkian (PT), Clara Andermatt (PT) e Felix Lozano (PT). Si è formato come danzatore al Conservatorio di Danza Nazionale in Portogallo, e ha studiato coreografia nel Programma Gulbenkian Criatividade e Criação Artística (PT). Luis Guerra è riconosciuto tra i migliore danzatori 2010/2011 dalla rivista Dance Europe.
Teatro India - Venerdì 7 settembre
21.00 / sala A / teatro / 1h
LE BELLE BANDIERE Autobiografie di ignoti
di e con Elena Bucci
al pianoforte Dimitri Sillato
suono, sensori, interventi elettronici dal vivo Raffaele Bassetti
luci Alessandro Ricci
produzione Le Belle bandiere
Ci sono momenti nei quali ci si pone le inutili inevitabili domande da dove vengo, chi sono, dove andrò e via così. Se l’epoca è particolarmente ostile, può capitare di cadere nella tentazione di tornare nel luogo dove si è nati, in cerca di familiarità e ricordi, calore e scintille di scoperte. In uno di quei giorni che ‘ti prende la malinconia’, capita di canticchiare le canzoni che hanno sancito le emozioni, reinventando le parole per farle coincidere con la propria autobiografia. Sempre canticchiando capita di prendere un treno per il passato, per poi non ritrovare per nulla i luoghi della memoria ormai trasformati, non riconoscere più i volti, non desiderare affatto di incontrare nessuno se non i molti sé che si è stati nel corso del tempo. Se accade però di incontrare una figura familiare eppure sconosciuta, vestita fuori moda e con un quadernetto nero in tasca che ci fa segno di seguirla senza guardarci negli occhi, senza chiedere il nome, può essere che la si segua, per curiosità del mistero o per speranza. Questo signore mi porta ad un vicolo che sfocia nel mare, davanti all’insegna di un bar. Entra e io dietro di lui. Sulle orme dell’amata e sensazionale letteratura della metà dell’800, precipito in un clima dove mi riesce facile non sentire le pareti del mio io e di quello degli avventori. Vengo travolta dai loro pensieri, dalle loro storie, elaboro particolari che trasformano ogni vita in un romanzo. E ogni romanzo ha la sua musica e la sua canzone. Monica che non ha studiato ma che ha imparato le dimensioni del sogno e della poesia, il barista che non ha altro scopo che soddisfare tutti i bisogni secondari per fare esplodere l’abbraccio universale, Gigi il proprietario del ristorante vecchio stile, Ofelia solitaria che naviga nel dolore come nello champagne e nomina le mosche per avere compagnia e altri e altri... Capisco quanto limitato fosse il mio sguardo sugli altri, quanto pericoloso questo bar dove resistenti naufraghi dal mondo d’Occidente si aggrappano ai tavolini come fossero zattere e all’alcool come fosse un abbraccio. Che fare? Ristrutturare, ricreare, tornare a credere, studiare, creare insieme ad altri, agire, interrogare, scuotere, ribellarsi? Quando Beo, che ha affittato un brutto cinema di provincia, propone ti tornare alla cooperazione solidale per la ricostruzione del clima culturale, il mio amico sconosciuto ride. È Ferdinando Pessoa, colui che ha rinunciato a scrivere e a vivere per tentare di guardare tutte le vite, in tutte le città del mondo, dalle terrazze di tutti i bar e di tutti i caffè... colui che ha rinunciato ad ogni appuntamento per navigare nudo nella sua immaginazione. Litigo e discuto con l’autore che adoro. Si scuotono i tavoli, dondolano le lampade, cadono le bottiglie ed i bicchieri. Le pareti del bar si aprono come scenari di cartapesta, rivelando molte persone in attesa di entrare, proprio nel momento nel quale noi tutti, dentro, vogliamo uscire. Ci guardiamo. E ora? È l’alba e con gli occhi stanchi cominciamo a camminare verso un futuro sconosciuto, tutto intessuto di appuntamenti, progetti, cadute, tentativi, speranze... In questo salto, vedo tutte le infanzie e tutte le morti, vedo diventare tutti bambini e tutti re e regine, principesse e principi.
La compagnia Le belle bandiere è fondata nel 1993 da Elena Bucci e Marco Sgrosso, attori, autori, registi che si sono formati facendo parte del nucleo storico del Teatro di Leo di Leo de Berardinis per il quale hanno lavorato in tutti gli spettacoli del periodo bolognese, da Re Lear a il Ritorno di Scaramouche, da Amleto a I giganti della montagna. Hanno inoltre lavorato con registi come Mario Martone, Claudio Morganti, Raul Ruiz, Francesco Macedonio. Molteplici sono le linee di ispirazione della compagnia, che da sempre colloca il proprio lavoro creativo e produttivo fra scritture originali, drammaturgie contemporanee, commistioni tra diverse discipline artistiche e spettacoli che rileggono testi classici con un linguaggio vicino alla sensibilità contemporanea. Fra le espressioni di quest’ultima linea artistica si ricordano il goldoniano Le smanie per la villeggiatura, realizzato insieme a Enzo Vetrano e Stefano Randisi, a cui viene aggiudicato il Premio Eti 2007 – Olimpici per il teatro come miglior spettacolo di prosa, mentre il loro Macbeth era nella terna dei finalisti come miglior spettacolo di innovazione. Alla compagnia viene inoltre attribuito il premio Hystrio – Altre muse per il complesso dell’attività. Molto significativa la collaborazione con il Centro Teatrale Bresciano con il quale producono Macbeth di William Shakespeare, Hedda Gabler di Henrik Ibsen, L'amante di Harold Pinter e La locandiera di Carlo Goldoni, fino al recente Antigone, ovvero una strategia del rito da Sofocle. In co-produzione con il Teatro Metastasio di Prato viene messo in scena Santa Giovanna dei Macelli di Bertolt Brecht e il Teatro Mercadante di Napoli co-produce Regina la Paura di Elena Bucci. A Elena Bucci viene attribuito il premio UBU come migliore attrice per gli spettacoli Le regine e Riccardo III di Claudio Morganti. Tra le scritture originali e le drammaturgie contemporanee ricordiamo Non sentire il male – dedicato a Eleonora Duse, di Elena Bucci (ripreso da Rai2 e Radio3 e presentato alla Fondazione Cini di Venezia, sede del più ricco archivio dusiano al mondo), Ella di Achternbush di Marco Sgrosso, co-prodotto dal CTB, La pazzia di Isabella, di entrambi, realizzato in collaborazione con La Soffitta, Università di Bologna, per la quale hanno a lungo tenuto corsi di formazione, come nel caso dell’Accademia Nico Pepe di Udine. Nel corso degli anni sono stati numerosi e significativi i rapporti con Ravenna Festival, che insieme al CTB co-produce anche Juana de la Cruz o le insidie della fede, di Elena Bucci. Con la scelta di un ritorno alla terra d’origine, la Romagna, si amplia il progetto artistico della Compagnia con la fondazione del Laboratorio Teatrale Permanente, l’organizzazione di rassegne, l’allestimento di molti spettacoli creati abitando e riscoprendo luoghi non teatrali mai usati prima come palazzi, piazze, musei. Il progetto per la Falsa riapertura del Teatro Comunale di Russi, chiuso da venti anni, ha contribuito fortemente al recupero di questo luogo. La Compagnia ha creato negli anni solidi legami di collaborazione con altri artisti, compagnie, enti e Teatri ed è sostenuta dalla Regione Emilia Romagna, la Provincia di Ravenna e il Comune di Russi.
Teatro India - Venerdì 7 settembre
21.30 / spazio esterno / installazione / 2h – fruizione libera In replica sabato 8 - 21.30 / spazio esterno
BLUEMOTION 8
con Gianmarco Di Lecce, Ilaria Graziano, Giorgina Pilozzi, Laura Pizzirani e con Sylvia De Fanti, Michele Boreggi e Daniele Tortora (Il Mafio).
www.angelomai.org/bluemotion
Un piccolo accampamento. 4 visi + 4 tende. 8 occhi che si guardano. Dirimpetto e null’altro, sempre dirimpetto. In mezzo un letto, niente tetto quì. T.S.Eliot risponde a Rilke, ora c’è posto per altri 4. Raccontami una favola che non riesco a dormire. Stenditi se vuoi, prendi una cuffia e guarda il cielo. Ma poi fra le stelle, che farne? Son tanto meglio indicibili loro, le stelle. (8 fa parte di MucchioMisto, atelier del fare e vivere insieme)
Bluemotion è una formazione nata nel 2008 a Roma all’interno dell’esperienza dell’ANGELO MAI. Performer, registi, musicisti e artisti visivi si uniscono per creare a partire dalle proprie suggestioni, scambiando i propri sguardi sul presente e sull’arte. Le opere di Blue motion sono sempre creazioni collettive, risultato dello scambio e delle visioni dei membri del gruppo. Bluemotion crea, vive e condivide nello spazio indipendente per le arti Angelo Mai Altrove.
Teatro India - Venerdì 7 settembre
23.30 / esterno bar/ djset - ingresso gratuito
dj AKA Il cd a 45 giri
Teatro India - Sabato 8 settembre
19.30 / sala A / teatro / 50’
CLAUDIO MORGANTI Una lettura del Woyzeck
Tratto dal Woyzeck di Buchner
di e con Caludio Morganti
www.claudiomorganti.it
Il lavoro si compone di due momenti separati e distinti.
LETTURA
Diciamo che il dire è sempre un tradimento del pensiero, il quale è già surrogato dell’illuminazione.
E diciamo che non c’è molto da dire: si tratta di una lettura. Non si tratta di leggere racconti o poesie.
Stratta di leggere drammaturgia. Leggere drammaturgia non è questione lineare, è faccenda rischiosa.
Leggere drammaturgia per un pubblico significa cercar di rendere il testo immediatamente comprensibile, significa, tra l’altro, operare una “riduzione e adattamento” (come si diceva un tempo). La lettura è un esercizio che costringe a marcare con profondità tutte le dinamiche ed i rapporti di forza esistenti tra i personaggi. Per poter leggere è necessario affondare nella conoscenza del testo, indagare. Dunque “lettura” è uno dei tanti strumenti per effettuare la cosiddetta analisi del testo. E’ uno studio.
Io non credo che compito del teatro sia mostrare l’esito di uno studio (qualunque esso sia), ma credo sia quello di offrire all’attivo agire del pubblico lo studio nel suo svolgersi. Ogni scelta è uno studio.
Ogni replica è una prova. O almeno così dovrebbe essere. Qualcuno, non ricordo chi, ha detto che la differenza fra la tragedia e il dramma consiste in quel che segue: è tragedia quando gli uomini non possono in alcun modo cambiare il corso degli eventi, dramma è ciò che avrebbe anche potuto essere evitato. Ecco. Nel Woyzeck svanisce l’algido tragico poichè si trasforma chimicamente in un sulfureo drammatico. Gli dèi precipitano dentro la terra e spaventano gli uomini semplici perché sono diventati “frà massoni”. Il “Woyzeck” di Buchner è ispirato ad un fatto di cronaca accaduto in Austria nei primi dell’ottocento. Fu il primo caso processuale in cui si parlò di “capacità di intendere e di volere”.
Comunque, dopo tanto parlare, il fuciliere Friederich Johan Franz Woyzeck fu decapitato sulla piazza del mercato di Lipsia il 27 agosto 1824 (naturalmente per dare il buon esempio ai giovani).
VIDEO D’ANIMAZIONE
È un breve (15 minuti) video di animazione. E’ un altro studio su Woyzeck. Comprendere un testo, riuscire, cioè, ad assumersi la totale responsabilità di ciò che un autore ha scritto, sentire di averne ottenuto una “delega” , è impresa Chisciottesca. Ma è ciò verso cui bisogna tendere, con tutti i mezzi di cui disponiamo. Provare ad usare tecniche di altre discipline artistiche è fondamentale esercizio.
Il racconto per immagini (tra il fumetto e l’animazione) chiede di attuare una sintesi profonda, senza perdere di vista il “clima”. Questo video è realizzato interamente con immagini catturate da internet, lavorate secondo le tecniche di fotomontaggio e fotoritocco, assemblate grazie ad un semplicissimo programma di montaggio. Le musiche del video sono stralci di un altro studio (musicale): “Woyzeck suite”.
Claudio Morganti
Attore e regista teatrale, Claudio Morganti si avvicina al teatro alla scuola dello Stabile di Genova. Allievo di Carlo Cecchi, nel 1979 forma con Alfonso Santagata la compagnia Santagata-Morganti, di cui ricordiamo Katzenmacher, Büchner mon amour, Kaspar Hauser e la messa in scena de Il calapranzi di Harold Pinter con la regia dello stesso Cecchi (premio della critica e premio Ubu). Nel 1993 costituisce una propria compagnia iniziando un percorso personale sull'opera di Shakespeare: Studio per il Riccardo III, Riccardo vs Amleto, III Riccardo III su musica di Giovanni Tamborrino, Tempeste, La morte di Giulio Cesare, e l'ultimo, conclusivo allestimento integrale del Riccardo III, per la Biennale di Venezia 2000. Sempre nel 2000 è protagonista dell' Edipo Re, diretto da Mario Martone per il Teatro di Roma accanto a Carlo Cecchi e a Licia Maglietta. Negli ultimi anni collabora con la Compagnia Campo Teatrale di Milano per Il pigiama di Macbeth e con la compagnia Alkestis di Cagliari per Il bicchiere della staffa, End, L’amara sorte del servo Gigi. Legato al palcoscenico, le sue esperienze cinematografiche sono limitate: una partecipazione, nel 1989, in Palombella rossa di Nanni Moretti e in La volpe e l'ape, un cortometraggio del sardo Enrico Pau. Con quest'ultimo, ricopre il ruolo di protagonista principale, nella pellicola Pesi leggeri. Nel 2006 fonda il Libero Gruppo di Studio d’Arti Sceniche. Il gruppo è formato da attori, registi, tecnici, scenografi, docenti di storia del teatro. Si ripropone di indagare la materia dell’ “arte scenica” attraverso l’approfondimento teorico e pratico dei teorici dell’arte Da quattro anni è impegnato nello studio del Woyzeck di Buchner, e produce spettacoli intorno al tema: Una lettura del Woyzeck, Studio acustico, Studio n.5 (prodotto dal teatro Era di Pontedera), W (con la partecipazione dell’intero gruppo di studio), Woyzeck suite (festival di Castiglioncello). Nel 2010 riceve il premio Carmelo Bene-Lo straniero a S.Arcangelo nell’ambito del festival. Ha debuttato nel gennaio 2012 con il suo ultimo lavoro “Ombre-Wozzeck”.
Teatro India - Sabato 8 settembre
Nell’ambito di Palco Ovest
20.45 / sala B / danza / 45
Prima Nazionale
TÂNIA CARVALHO (PT) Olhos caídos
Coreografia Tânia Carvalho
Interpretazione Tânia Carvalho e Luís Guerra
Musica “Distanza (Occupazione 3)” di Diogo Alvim
Disegno luci Zeca Iglesias
Produttore esecutivo Sofia Matos
Produzione Bomba Suicida – Associazione di Promozione Culturale con il sostegno di Biennale della Danza di Lyon (Francia)
Ringraziamenti Scuola di Danza del Conservatorio Nazionale di Lisbona, Scuola Superiore di Viana do Castelo
Bomba Suicida è una struttura sovvenzionata da DGArtes ed è partner della struttura Alkantara (PT) e di O EspaçodoTempo (PT)
www.bscultural.org
Luis Guerra è un ballerino con cui amo molto lavorare. Mi stupisce come si appropria dei movimenti che gli passo e li fa suoi anima e corpo. I movimenti diventano suoi subito dopo averli provati la prima volta, poichè il ballerino anche quando danza movimenti coreografati è sempre un creatore, ha un corpo diverso, una diversa forma di espressione. Ma, nonostante ciò, non finisco mai di vedere me stessa in quei movimenti di cui lui si impossessa. Ho deciso di fare un duetto con lui proprio per questa ragione. Voglio provare ad essere in scena sul palco con il mio corpo e il suo corpo. Il mio: creatore interprete. Il suo: interprete creatore.
Tânia Carvalho
Nata nel 1976,vive e lavora tra Viana do Castelo e Lisbona. Ha iniziato a prendere lezioni di danza classica all’età di cinque anni. Nel 1991 frequenta il primo anno della Accademia di Danza di Lisbona. Nel 1997 frequenta il Corso per Danzatori Contemporanei organizzato dalla struttura Forum Dança. Nel 2005 ha seguito il Corso di Coreografia della Fondazione Gulbenkian. Ha partecipato a diversi lavori, sia come interprete che come co-creatrice. Dal 2000 crea le sue coreografie presentate in Europa, America del Nord e Brasile.
Teatro India - Sabato 8 settembre
Nell’ambito di IYMT
21.45 /sala A bis / teatro / 45’
MATTEO LATINO T/S TEATROSTALLA Infactory
regia Matteo Latino
performer Matteo Latino – Fortunato Leccese
Vincitore Premio Scenario 2011
www.matteolatino.com / teatrostalla@gmail.com
Due vitelli a stabulazione fissa prossimi al macello. Due vitelli che si incontrano in uno spazio che diventa l’unico spazio. Illuminati dalla stessa luce. L’illusione di una prossima libertà evita qualsiasi forma di ribellione. Attraverso la vita dei due vitelli si assisterà ad un deragliamento d’identità che ci obbliga a riesumare la nostra natura animale. Un vitello che è nella condizione di stabulazione fissa che uomo potrà mai “divenire”? Una favola fatta a pezzi e restituita nel caos sub-urbano. Sezioni di corpi che attraversano il nostro campo visivo non lasciandoci altro che l’odore del sangue. Il caldo della paura che fiotta da sotto la coda. Pezzi di noi inscatolati e ridistribuiti su nastri trasportatori pronti ad un nuovo assemblaggio. Una favola che attraverso la ripetizione delle parole e delle azioni è in grado di restituire quella sensazione di staticità che caratterizza spesso noi giovani, facendoci sentire vitelli nelle metropoli. Incapaci di una qualsiasi ribellione. Slogan che permettono una migliore penetrazione dei contenuti e un persistente senso claustrofobico. Una favola raccontata in versi. Una favola raccontata attraverso parole che avvelenano, mutilano, deformano, uccidono, sporcano. L’uomo che diviene vitello. Un uomo che nella propria quotidianità vedrà accadere il proprio divenire animale-vitello. In che cosa l’uomo può assomigliare ad un vitello che vive la condizione di stabulazione fissa? Quando l’uomo diviene animale-vitello? Che differenza c’è tra la staticità fisica, emotiva e mentale? In quali immagini urbane possiamo riconoscere una condizione di “stabulazione fissa”?
La compagnia T/S Teatrostalla nasce nel 2009 ed è fondata da Matteo Latino con la collaborazione di altri. Nel 2010 diventa compagnia residente al kollatino underground. Qui Matteo Latino si occuperà della gestione delle sale teatro insieme ad altre compagnie residenti. Vince il premio scenario 2011 con lo spettacolo Infactory. Debutta con lo spettacolo completo il 7 dicembre del 2011 al teatro Franco Parenti. Matteo Latino è l’autore e ne cura la regia. in scena saranno Matteo Latino e Fortunato Leccese. in seguito inizierà la tournee che lo vedrà vedrà ospite nei vari teatri e festival nazionali. Nel 2012 si impegna alla realizzazione di un teatro dimora all’interno di una stalla nel parco nazionale del Gargano, dove registrerà la seconda sede. Realizza Infumetto Infactory. Una pubblicazione del testo con illustrazioni e traduzione autoprodotta. Nel 2012 dirige INfactory inmotion. l’adattamento cinematografico dello stesso Infactory e debutta al teatro civile festival Un progetto completamente nuovo che vedrà lo spettacolo teatrale mutare, prendendo forma negli spazi metropolitani. Attualmente sta scrivendo il prossimo progetto bamby says fuck.
Teatro India - Sabato 8 settembre
Nell’ambito di IYMT
22.45 / sala A / danza / 25’
CARLES CASALLACHS (SP/NL) Por Sal y Samba
di Carles Casallachs
performers Clara Saito & Carles Casallachs
Un duo che si fa domande sullo spettacolo e l’iconografia. Tentiamo di condividere una danza che è stata creata per soddisfare una particolare visione di bellezza. Ma la tensione è superata senza climax, e lo spettacolo alla fine non è abbastanza spettacolare. La danza precipita nel sadomasochismo e nella tortura, e lo spettatore diventa inesorabilmente un voyer. Il costante slittamento tra danza e violenza porta il pubblico a riconsiderare costantemente la propria posizione in questa situzione.
Carles Casallachs ha studiato danza moderna alla Reale Accademia di Madrid, e dopo danza contemporanea come coreografo alla School for New Dance Development (SNDO) a Amsterdam. Ha inoltre studiato fotografia e digital media, per poi lavorare come fotografo e web designer. Le sue prime influenze riguardano i balli latini e di coppia, il balletto, la musica jazz, il folklore spagnolo. Ora è più interessato al BMC, il cattivo gusto, il sesso, le icone, i giochi di ruolo, i fluidi corporali e i musical…. Nelle performance segue le fantasie di altri coreografi per sviluppare un lavoro personale.
Teatro India - Sabato 8 settembre
23.30 / esterno bar/ djset - ingresso gratuito
a cura di Bluemotion
News
-
Visita spettacolo al Teatro India
-
Il compratore di anime morte
-
“L’eco der core” Roma com’era, Roma com’è nei testi e nelle canzoni di Roma
-
Visita spettacolo al Teatro India
-
Una giornata fatale del danzatore Gregorio Samsa
-
Roma in versi
-
È nato il nuovo canale Instagram della Fondazione Teatro di Roma!
-
Teatro di Roma, nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione
-
Il Teatro di Roma diventa Fondazione
-
Carta Giovani Nazionale
-
Art Bonus - Sostieni il tuo teatro!