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lettura in musica, anche cantata,
ispirata alla Soziale Plastik di Joseph Beuys
lettura in musica, anche cantata,
ispirata alla Soziale Plastik di Joseph Beuys
con il contributo straordinario di Mimmo Paladino
progetto e regia di Antonio Pizzicato
drammaturgia Silvia Gallerano
con Ginestra Paladino
e con
Antonio Pizzicato (voce e canzoni)
Claudia Della Gatta (violoncello e orchestrazioni)
orari spettacolo
ore 22.30
domenica ore 20.30
«Sentivo la necessità di ritrovare certi Valori che l'uomo aveva perduto, volevo ricordare quei significati che sono presenti ovunque e in ogni cosa, ai quali l'uomo non può rinunciare. Credo sia questo oggi il nuovo ruolo degli artisti.» [Joseph Beuys]
Questo progetto si ispira al pensiero di Joseph Beuys: artista che determinò una nuova percezione dell'Arte e del rapporto tra Opera d'Arte - Artista - Società, nella seconda metà del Novecento. Ogni uomo è un'artista, proclamava Beuys provocatoriamente. Artista in quanto detentore di una forza in grado di imprimere al mondo un cambiamento in senso morale, sociale, politico: il pensiero.
Siamo già così lontani dalla realtà e dalla comprensione dell'uomo da definire "irrealtà" pensieri e gesti degli uomini? [...] o non sono piuttosto queste cose a far proseguire l'evoluzione del mondo? [...] Dobbiamo considerare le forme di pensiero, le forme interne del pensiero, come i presupposti di un'altra incarnazione. Per questo motivo dico che il pensiero dell'uomo è di per se stesso una scultura, e che la possibilità di riprodurre una forma nel mondo fisico dipende dal fatto che questo pensiero acquisti una forma.
Plasmare la società, fare della convivenza umana la più bella creazione artistica, è della poetica di Beuys il tratto che coinvolge ed entusiasma: la Soziale Plastik. Sperimentare la forza creante e creativa del proprio essere e riversarla nel mondo è azione accessibile ad ogni essere umano, in quanto ogni essere umano è capace di un pensiero - per quanto semplice o complesso, che sia - che sprigioni calore sul terreno della convivenza umana. Il valore di questo investimento rivela a ciascuno - secondo Beuys - la sua natura di artista.
Le licenziose vicende che hanno invaso le cronache nei primi mesi dell'anno, hanno avuto il potere di far levare dalla folla che si è riversata nelle piazze, una voce ferma che esige rispetto: coinvolgendo tutti - donne e poi uomini - nella stessa domanda. A quanta volgarità, ancora, a quanto pregiudizio e a quanta arroganza è pur sempre costretta la nostra (civile?) convivenza?
Allora oggi, nell'anniversario dell'identità nazionale, nell'anno in cui celebriamo gli edificanti valori su cui è stata foggiata la nostra società, desideriamo guardare oltre le bandiere del gesto eroico dei nostri padri fondatori e considerare le azioni invisibili, nascoste, necessarie, che ne rinnovano il senso e creano le circostanze per cui queste si possano dispiegare: quegli atti quotidiani portati con la forza e il genio della creatività che divengono essi stessi - beuysianamente - atto artistico. Dedichiamo questo lavoro alle donne che hanno riscaldato il paese con un pensiero, un'intuizione, una vita spesa nel perseguire un'idea di trasformazione e di elevazione della società. Che la loro tenacia sospinga le nostre azioni, che il loro agire ci sia d'esempio.
Questo spettacolo è una lettura-concerto, quasi un melologo. Si cantano parole portentose perché appartenute a donne il cui pensare è già stato, prima, Opera d'Arte. Prima che noi desiderassimo - composto omaggio - metterle in musica trovandone il suono. La voce eterea, lunare, di Ginestra Paladino è contrappuntata dal timbro scuro e caldo del violoncello e dalle polifonie ottenute dell'estro della musicista Claudia Della Gatta. In un canto - e kantorianamente accanto - Antonio Pizzicato, regista e compositore delle melodie, incastona nello spartito di letture intonate dall'attrice, sette canzoni originali create con le parole di Ignazio Buttitta, Piero Calamandrei, Edmondo De Amicis, Giacomo
Leopardi, Alessandro Manzoni...
Lo spazio scenico, attraversato dalla parola detta e cantata e segnato dall'opera del Maestro Mimmo Paladino, rievoca la fiamma accesa un tempo da Joseph Beuys e non ancora smorzata...
Antonio Pizzicato
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