Teatro India, 19 febbraio | 2 marzo .08
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ASSOLO PER Roberto Herlitzka
DI E REGIA Ruggero Cappuccio Teatro Segreto
PROGETTO SCENICO Mimmo Paladino
BURATTINI Ciro Damiano
COSTUMI Carlo Poggioli
LUCI Michele Vittoriano
orari spettacolo
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00
domenica ore 18.00
lunedì riposo
Nella partitura per Roberto Herlitzka, Edipo è uomo di questo tempo, assediato dai fantasmi che lo perseguitano e che egli stesso ama evocare. L’uccisione di un padre, l’incesto, la perdita del potere, l’accecamento volontario, raccontano i drammi persistenti dell’umano attraverso la mutevolezza dei secoli. Laio, Giocasta, Antigone, Ismene, Eteocle, Polinice, Creonte, sono le apparizioni inquietanti di Edipo e di ogni uomo, sono i nodi irrisolvibili che determinano la necessità del ripetere il dolore per rivivere la sfida al più alto dei misteri delle culture ellenistiche e moderne: sé stessi.
Il testo di Ruggero Cappuccio rievoca il mito con una scrittura addensata nel moto sonoro di endecasillabi e settenari, spina dorsale di una lingua italiana antichissima e moderna, erosa al suo interno da siciliano e napoletano.
DI E REGIA Ruggero Cappuccio Teatro Segreto
PROGETTO SCENICO Mimmo Paladino
BURATTINI Ciro Damiano
COSTUMI Carlo Poggioli
LUCI Michele Vittoriano
orari spettacolo
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00
domenica ore 18.00
lunedì riposo
Nella partitura per Roberto Herlitzka, Edipo è uomo di questo tempo, assediato dai fantasmi che lo perseguitano e che egli stesso ama evocare. L’uccisione di un padre, l’incesto, la perdita del potere, l’accecamento volontario, raccontano i drammi persistenti dell’umano attraverso la mutevolezza dei secoli. Laio, Giocasta, Antigone, Ismene, Eteocle, Polinice, Creonte, sono le apparizioni inquietanti di Edipo e di ogni uomo, sono i nodi irrisolvibili che determinano la necessità del ripetere il dolore per rivivere la sfida al più alto dei misteri delle culture ellenistiche e moderne: sé stessi.
Il testo di Ruggero Cappuccio rievoca il mito con una scrittura addensata nel moto sonoro di endecasillabi e settenari, spina dorsale di una lingua italiana antichissima e moderna, erosa al suo interno da siciliano e napoletano.
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