17 giugno ore 21.00
Famiglia
di Valentina Esposito
con gli attori ex detenuti del gruppo Fort Apache Cinema Teatro
Marcello Fonte, Alessandro Bernardini, Christian Cavorso, Chiara Cavalieri, Matteo Cateni, Viola Centi, Alessandro Forcinelli, Gabriella Indolfi, Piero Piccinin, Giancarlo Porcacchia, Fabio Rizzuto, Edoardo Timmi, Cristina Vagnoli
produzione Fort Apache Cinema Teatro
in collaborazione con Direzione di Rebibbia N.C., Tribunale di Sorveglianza di Roma, U.E.P.E. Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Roma, La Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo/Master di Teatro nel Sociale
“Siamo troppo vicini, ma non vicini abbastanza”. In occasione del matrimonio dell’ultima e unica figlia femmina di una numerosa famiglia tutta al maschile, si riuniscono nuovamente tre generazioni di persone legate da antichi dolori e irrisolte incomprensioni. La cerimonia diventa pretesto per rimettere sullo stesso tavolo i padri dei padri e i figli dei figli, e consumare una vicenda d’amore e d’odio, sospesa tra passato e presente, sogno e realtà. Lo svolgimento della trama anima il vero significato di una pièce che prova a scandagliare l'anima di uomini che nei lunghi anni di reclusione hanno sofferto per gli affetti lontani, per i figli distanti, per gli amori perduti, e si trovano ora a tentare una ricostruzione emotiva di un rapporto difficile fatto di rivendicazioni e ribellioni.
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18 – 23 giugno ore 18.30
Quando non so cosa fare cosa faccio?
azione performativa di e con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
Monica Demuru/Ludovica Manzoe Francesco Alberici
collaborazione artistica di Valerio Sirna
produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Camminare senza una meta precisa lungo un quartiere di Roma ascoltando un flusso ininterrotto di pensieri, racconti, piccole osservazioni, che da quel paesaggio partono e ritornano, come se fosse da fuori che arrivano i pensieri, mostrando come il nostro vissuto sia continuamente intrecciato con l’esterno. È questa l’azione performativa di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini che, partendo dal Teatro India, portano letteralmente fuori dalla sala teatrale un piccolo gruppo di spettatori lungo viale Marconi: negozi di ultima generazione e vecchie botteghe artigiane, panchine abitate da vecchi del quartiere e parchi popolati da bambini di tutte le etnie, antri, parcheggi e facciate nascoste degli imponenti palazzi.
(Spettacolo a pagamento da 7€ a 10€)
18 giugno
ore 20.00
I Buchi Bianchi
Regia e Drammaturgia di Massimo Sconci
Musiche dal vivo Josè de la Paz
Monologo vincitore del Premio “CortinScena 2018”
La storia di un bombardamento in una guerra silenziosa vissuta da un ragazzo siriano, una serie di racconti vissuti oppure mai accaduti, l’ironia del protagonista, in tutta la sua fragilità e la sua forza d’animo. Con un monologo teatrale è possibile cambiare il Mondo in pochi minuti?
durata 20’
a seguire
Incursione poetica #LaPoesiaSalveràIlMondo
Con Francesco Giordano, Riccardo Parravicini, Matteo Pasquinelli
ore 21.00
#Loro
scritto e diretto da Gabriele Linari
con la collaborazione drammaturgica di Marco Andreoli e degli attori in scena
con Janet Ferramo, Jaclin Gallo, Salima Khan, AilenMecchia, Janette Isabel Mecchia, Jessica Miceli
Carlotta Petruccioli, Sofia Pittaccio, Fabrizio Quojani
musiche originali Andrea Pantaleone, Cristiano Urbani
produzione CIES onlus e Teatro LABIT
#LORO affronta lo spinoso tema degli haters e dell’hate-speech, puntando l’occhio performativo e creativo su tutte le pratiche di odio che si sono modificate e sviluppate online, soprattutto attraverso i social network. Otto postazioni, otto utenti anonimi. Una noia che si fa esistenziale e diventa rabbia pura, cieca. Uno specchio impietoso puntato su quello che siamo o rischiamo di diventare. "Uno di questi giorni prenderemo qualcuno e lo sbraneremo".
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19 giugno ore 21.00
Le storie degli altri
regia Annalisa Bianco
con: Salis Gode, Diallo Amadou Abdoulaye, Mory Konate, Salif Kone, Noah Kanu, Ebrima Labou, Yahya Adams, Osakwe Destiny, Manuela Peirce
produzione EGUMTEATRO
in collaborazione con l’Associazione Migranti San Francesco Onlus
Lo spettacolo nasce dal progetto di laboratorio teatrale, rivolto ai minori non accompagnati del centro di accoglienza Migranti S. Francesco (Monteriggioni).
Ragazzi in scena per uno spettacolo divertente e pieno di energia. Ragazzi belli, spiritosi, intelligenti. Ragazzi che non sono un problema sociale e geo-politico ma sono i nostri ragazzi, gli amici dei nostri figli, i loro compagni di scuola. Ragazzi che sono anche i nostri figli. Con i loro problemi, gli alti e bassi umorali, la vitalità incontrollabile, la fiducia nel futuro, la stessa intelligenza e bellezza, gli stessi diritti.
Uno spettacolo per rimettere al centro la questione umana, per ricordarci che essere umani non significa solo “aver paura” ma anche “amare” e “accogliere”. E per ricordarci che le storie degli altri sono anche le nostre storie. Per ricordarci che “l’altro” siamo ineludibilmente “noi”.
L’associazione Migranti San Francesco ha fortemente voluto il laboratorio teatrale condotto da Annalisa Bianco fino alla realizzazione dello spettacolo Le Storie degli altri con l’obiettivo di promuovere l’integrazione e l’inclusione anche attraverso il teatro. La preparazione dei ragazzi è stata un allenamento incredibile e ha rappresentato una nuova forma di apprendimento non formale dell’italiano. Fondamentale la costruzione del gruppo di lavoro che per mesi si è confrontato, ha provato ed elaborato la propria storia, ognuno dei ragazzi infatti ha scritto la propria parte nello spettacolo, che ad ogni prova veniva sapientemente e, non senza fatica, costruito. Oggi questo spettacolo è pronto e con grande soddisfazione ed emozione aspetta il suo pubblico di coetanei, per i quali è stato pensato e voluto. Infatti Le storie degli altri è stato proposto agli Istituti superiori senesi a conclusione di un percorso educativo promosso da Caritas Firenze, Commissione Migrantes della Toscana, Centro Missionario Diocesano di Firenze e Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, proprio sul tema del sistema italiano di accoglienza.
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20 giugno - Giornata Mondiale del Rifugiato 2018
ore 17.00
I laboratori dell’accoglienza e dell’inclusione
Letteratura, interventi, musica, teatro, moda, artigianato in collaborazione con Biblioteche di Roma, Servizio Intercultura
ore 17.30
Letture con Antonietta Bello e con Kamara Amadou, Bayo Anzoumana, Dabo Bassirou, Beretè Djiba, Cande Dybril
Ferdinand KouakouYao, Jatta Suaibou, e gli attori della Scuola di teatro e perfezionamento professionale del Teatro di Roma
ore 21.30
Kassandra (o del mondo come fine della rappresentazione)
di Kevin Rittberger
regia di Alessandra Cutolo
con Patience Sare e le ragazze nigeriane del gruppo Women Crossing, Silvia Gallerano, Simonetta Solder
una produzione PAV in collaborazione con Teatro di Roma – Teatro Nazionale
nell’ambito di FabulamundiPlaywriting Europe – Beyond Borders?
Sulle coste dell’Europa sud orientale, ogni giorno si svolge un dramma: i rifugiati provenienti dall’Africa sono bloccati lì, mezzi affamati e assetati, sulle barche sovraffollate, venuti nella speranza di condurre una vita dignitosa in Europa. Molti passano attraverso un’odissea lunga, un anno intero per essere mandati di nuovo indietro. E loro sono i fortunati, perché sono ancora vivi. Nessuno sa quanti uomini sono partiti, senza lasciarsi scoraggiare degli avvenimenti. Questo è ciò di cui tratta Kassandra. Ma l’opera riguarda anche le difficoltà di dare voce a questo argomento in qualità di cittadini europei. Come scrivere su di esso? Cosa effettivamente ne sappiamo? E cosa vogliamo sapere? In questo gioco Kevin Rittberger cerca risposte nel cambiare prospettive e forme narrative.
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22 giugno ore 20.30
Bolle di Sapone
regia e drammaturgia Lorenzo Collalti
con Grazia Capraro e Daniele Paoloni
produzione L’uomo di fumo – Compagnia teatrale
in collaborazione con Khora Teatro
Due personaggi timidi, ossessivamente timidi, vivono le loro vite in maniera surreale, intrappolati in una visione fantasiosa del quotidiano. Quando uno scherzo del destino li mette in contatto, sono costretti a rivoluzionare la loro vita per ospitare l’altro, volenti o nolenti. L'incontro di queste due piccole solitudini in una periferia metropolitana è il cuore di questo racconto, una storia semplice e comune, che con sottile ironia si addentra nella profondità dell'animo alienato della società contemporanea.
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23 - 24 giugno ore 19.00
Narikhonto - voci oltre i confini
a cura di Asinitas Onlus
esito del laboratorio condotto da Emanuela Ponzano
In uno spazio sospeso tra il reale e l’onirico, un gruppo di donne di diversa età e nazionalità ci raccontano i passaggi del femminile attraverso le fiabe.Lo spettacolo è un susseguirsi di immagini archetipiche, di suggestioni poetiche, di sussurrata o furiosa coralità, attraverso il linguaggio dei corpi, della narrazione, dei canti, ma anche del teatro d’ombra, e dell’immagine.
info e prenotazioni elena.canestrari@asinitas.org - tel. 333.2102694
24 giugno ore 21.30 e 25 giugno ore 19.30
Indidy, Mamady e il dono
Liberamente ispirato a Edipo a Colono di Sofocle
a cura di Asinitas Onlus
esito del laboratorio condotto da Alessandra Cutolo
Due giovani africani dopo un terribile viaggio arrivano sulla soglia di una città, sapendo di essere a questa destinati, ma entrano involontariamente proprio nel suo posto più sacro. Qui incontrano una strana umanità, chiassosa e multicolore, frivola e discorde, che discute animatamente della possibilità di accoglierli o rimandarli indietro. Gli Ospiti sanno di dover portare in dono qualcosa a questa città, ma esitano nell'esplicitare cosa. Il laboratorio è partito dall'adattamento dell’Edipo a Colono di Sofocle per indagare il tema dell'ospitalità, dello scambio, del dono, dell'ostilità verso l'estraneo, ma anche della diversa spiritualità, della delusione nel non aver trovato quanto si cercava, del sentimento scomodo delle seconde generazioni.
info e prenotazioni elena.canestrari@asinitas.org - tel. 333.2102694
25 giugno ore 21.30
Falafel Express
di Roberto Scarpetti
regia Elisabetta Carosio
con Simone Formicola, Gabriele Genovese, Alice Giroldini, Matteo Palazzo
produzione Compagnia Lumen
Mahdì, figlio di padre egiziano e madre siriana, è un ragazzo nato e cresciuto in Italia. A diciotto anni si sposta dalla sua cittadina nel sud Italia e va a Venezia per studiare lingue orientali. Qui, lontano da casa, si confronta per la prima volta col fatto di non essere riconosciuto italiano in tutto e per tutto. Compie allora un viaggio metaforico e reale alla ricerca della propria identità. Al suo ritorno sarà davanti a una grande scelta e dovrà compierla con una nuova coscienza: quella della ricchezza che sta racchiusa in ogni individuo e nelle sue esperienze e che nessun documento potrà mai riassumere.
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26 giugno
ore 20.00
Il nettare di Krishna
Spettacolo di danza indiana bharatanatyam
Una produzione coreografica di Apoorva Jayaraman e Shweta Prachande
L’opera poetica canta la bellezza del dio Krishna, e racconta alcuni episodi della sua infanzia. La narrazione si presenta ricca di elementi umoristici ed originali derivati dalla personale immaginazione del poeta. Apoorva Jayaraman e Shweta Prachande figurano tra le più rinomate danzatrici di bharatanatyam della nuova generazione. Nel panorama contemporaneo indiano è certamente insolito vedere la danza bharatanatyam presentata da un duo femminile. Con una scelta senz’altro innovativa rispetto alle divisioni di genere convenzionali, le due interpreti danno vita ad una nuova presentazione, valorizzando i propri punti di forza di soliste ed esplorando le dinamiche della performance in duo.
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ore 21.30
Albania Casa Mia
di e con AleksandrosMemetaj
regia Giampiero Rappa
prodotto da Argot produzioni
1991, Albania. Alexander Toto, trentenne, scappa da Valona a bordo del peschereccio “Miredita” (Buon giorno) e giunge a Brindisi. In quel peschereccio c’è anche AleksandrosMemetaj, bimbo di 6 mesi. Albania casa mia è la storia di un figlio che crescerà lontano dalla sua terra natìa, in Veneto, luogo che non gli darà mai un pieno senso di appartenenza, ma è anche la storia di un padre, dei sacrifici fatti, dei pericoli corsi per evitare di crescere suo figlio nella miseria di uno Stato che non esiste più. È anche la storia del suo grande amore nei confronti della propria terra, di grande patriottismo, di elevazione di alcuni valori che in Italia non esistono più. I destini di AleksandrosMemetaj e Alexander Toto, apparentemente lontani, si incrociano più volte nella storia fino a creare un’unica corda, un unico pensiero. Finché l’uno diventerà il figlio e l’altro il padre.
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