Ideazione, testo e performance Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
a partire dal reportage di Mariusz Szczygieł Reality, Nottetempo 2011
traduzione di Marzena Borejczuk
disegno luci Gianni Staropoli
collaborazione Fernanda Pessolano
organizzazione e promozione PAV
in collaborazione con la casa editrice Nottetempo
produzione Teatro di Roma
debutto: Roma, Festival Short Theatre, Teatro India, 16 settembre 2011
Janina Turek, casalinga di Cracovia, aveva scelto come oggetto delle sue osservazioni proprio ciò che è quotidiano, quelle centinaia di piccole azioni che accompagnano il nostro fare. Nessun commento. Nessuna emozione. Solo l’osservazione e una minuziosa elencazione. Gli oggetti, il cibo, gli indumenti, le piccole cose di tutti i giorni sono il centro della nostra riflessione per questa installazione/performance inspirata e dedicata a Janina Turek. Le tante cose che in maniera più o meno disordinata affollano le nostre case – che siano utilizzate ogni giorno o dimenticate - sono sempre e comunque gli dei e gli spiriti del nostro quotidiano.
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
Estratti di rassegna stampa
Cogliamo, nell’accumulo, nel rimando a quella donna polacca, il passare della vita, degli oggetti con cui l’attraversiamo, dei suoi sentimenti, con un rimpianto senza enfasi, con emozioni trattenute nel riconoscimento che ognuno di noi è percorso da fantasmi senza lenzuolo bianco e senza catene: solo da uno scorrere continuo di giochi, abiti, immagini, piatti, bicchieri, attività, che la memoria può tornare a estrarre da polverosi depositi, senza speranza che qualcosa torni al proprio posto, nel nostro continuo, effimero accumulare e passare. Teatro delle cose, teatro della struggente, banale realtà quotidiana.
(Massimo Marino, in Controscene, blog su Il Corriere della Sera, 19/09/2011)
C'è una confessione intima e inconsapevole fra le brutte cartoline conservate per decenni, le bomboniere kitsch nascoste sull'ultima mensola in alto; un tenerissimo e umano e commovente segreto si affaccia dai fiori secchi regalati da chissà chi, colti chissà dove, il laccetto che teneva stretto cosa, la carta di un regalo dato da chi, il biglietto stinto tra le pagine di un libro, la fragile sostanza nostra nell'odore di quella cucina, nella cianfrusaglia che non buttiamo, che consegniamo logora, misteriosa, inutile, densa, a un futuro in cui non ci saremo, il ciarpame che stupefatto ci sopravvive, che ci viene consegnato dai lutti e ci interroga.
(Azzurra D’Agostino, www.klpteatro.it, 20/09/2011)
News
-
Visita spettacolo al Teatro India
-
Il compratore di anime morte
-
“L’eco der core” Roma com’era, Roma com’è nei testi e nelle canzoni di Roma
-
Visita spettacolo al Teatro India
-
Una giornata fatale del danzatore Gregorio Samsa
-
Roma in versi
-
È nato il nuovo canale Instagram della Fondazione Teatro di Roma!
-
Teatro di Roma, nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione
-
Il Teatro di Roma diventa Fondazione
-
Carta Giovani Nazionale
-
Art Bonus - Sostieni il tuo teatro!